Primo livello
ATRIO D’INGRESSO DELLA ROCCA:
Questo luogo nel 1986, prima dell’inizio dei restauri, appariva completamente ricoperto di macerie. Da qui è iniziata la delicata azione di recupero che ha permesso, come se si trattasse di un profondo scavo archeologico, il ritrovamento della struttura superstite del castello. L’attuale accesso è situato in una zona di ricostruzione della muratura, resasi necessaria per migliorare l’assetto strutturale dei ruderi e per facilitare la comprensione dello spazio interno. La posizione dell’entrata è quella della ristrutturazione quattrocentesca. Quello che si può ammirare è infatti l’impianto architettonico ideato dai “Comacini” durante il rifacimento del castello avvenuto tra il 1484 e il 1488. A loro si deve il muro di spina che separa la scala dalla restante area d’ingresso e il sistema voltato che costituisce l’ossatura del castello oltre che una formidabile difesa contro gli incendi (il precedente edificio trecentesco, andato distrutto, doveva invece possedere impalcati prevalentemente in legno). Tale muro unitamente al ridossamento eseguito sulla torre (a dx entrando) garantiva un adeguato appoggio alle volte che ancora oggi sono parzialmente visibili oltre la scala a sx dell’ingresso. L’atrio permetteva tra l’altro l’accessibilità alle due cantine (del vino e del formaggio) ricavate a nord e a sud, a livelli diversi conseguenti alla natura del sasso su cui il castello appoggia.
CANTINA DEL VINO - ZONA ARCHEOLOGICA:
Il castello si sviluppava per tutta l’altezza anche a nord in quello che ora appare come un vuoto indefinito perché tutto è quasi integralmente crollato. Questa zona, che fin dalle origini ospitava dispense e cantine, nonostante i pochissimi resti, ha fornito le più importanti informazioni sull’esistenza del primitivo castello databile all’XI-XII sec., dove era vissuto Guadagnino da Avoscan. Il potente muro trecentesco che chiude l’affaccio ai crolli taglia infatti una precedente struttura muraria che individua un diverso perimetro (ora protetto da un’apposita copertura in vetro).
MAGAZZINO AL PIANO INGRESSO (CANTINA DEL FORMAGGIO):
La stanza, già presente nel primitivo impianto trecentesco, è parzialmente ricavata nella roccia sul lato sud-ovest, nella parte più bassa del piano inclinato su cui poggia il castello. I solai dell’originale struttura trecentesca dovevano essere in legno ma, dopo l’intervento di restauro quattrocentesco, risultò completamente voltata. Sono da notare l’affioramento di roccia abbondantemente scavato elavorato, la pavimentazione in battuto di calce (“somassa”)ancora originaria nella nicchia della finestra trecentesca, la stessa finestra trecentesca con arcera originale e, soprattutto, il formidabile spaccato degli interni che la rendono una delle sale più interessanti del castello.
Questo luogo nel 1986, prima dell’inizio dei restauri, appariva completamente ricoperto di macerie. Da qui è iniziata la delicata azione di recupero che ha permesso, come se si trattasse di un profondo scavo archeologico, il ritrovamento della struttura superstite del castello. L’attuale accesso è situato in una zona di ricostruzione della muratura, resasi necessaria per migliorare l’assetto strutturale dei ruderi e per facilitare la comprensione dello spazio interno. La posizione dell’entrata è quella della ristrutturazione quattrocentesca. Quello che si può ammirare è infatti l’impianto architettonico ideato dai “Comacini” durante il rifacimento del castello avvenuto tra il 1484 e il 1488. A loro si deve il muro di spina che separa la scala dalla restante area d’ingresso e il sistema voltato che costituisce l’ossatura del castello oltre che una formidabile difesa contro gli incendi (il precedente edificio trecentesco, andato distrutto, doveva invece possedere impalcati prevalentemente in legno). Tale muro unitamente al ridossamento eseguito sulla torre (a dx entrando) garantiva un adeguato appoggio alle volte che ancora oggi sono parzialmente visibili oltre la scala a sx dell’ingresso. L’atrio permetteva tra l’altro l’accessibilità alle due cantine (del vino e del formaggio) ricavate a nord e a sud, a livelli diversi conseguenti alla natura del sasso su cui il castello appoggia.
CANTINA DEL VINO - ZONA ARCHEOLOGICA:
Il castello si sviluppava per tutta l’altezza anche a nord in quello che ora appare come un vuoto indefinito perché tutto è quasi integralmente crollato. Questa zona, che fin dalle origini ospitava dispense e cantine, nonostante i pochissimi resti, ha fornito le più importanti informazioni sull’esistenza del primitivo castello databile all’XI-XII sec., dove era vissuto Guadagnino da Avoscan. Il potente muro trecentesco che chiude l’affaccio ai crolli taglia infatti una precedente struttura muraria che individua un diverso perimetro (ora protetto da un’apposita copertura in vetro).
MAGAZZINO AL PIANO INGRESSO (CANTINA DEL FORMAGGIO):
La stanza, già presente nel primitivo impianto trecentesco, è parzialmente ricavata nella roccia sul lato sud-ovest, nella parte più bassa del piano inclinato su cui poggia il castello. I solai dell’originale struttura trecentesca dovevano essere in legno ma, dopo l’intervento di restauro quattrocentesco, risultò completamente voltata. Sono da notare l’affioramento di roccia abbondantemente scavato elavorato, la pavimentazione in battuto di calce (“somassa”)ancora originaria nella nicchia della finestra trecentesca, la stessa finestra trecentesca con arcera originale e, soprattutto, il formidabile spaccato degli interni che la rendono una delle sale più interessanti del castello.